Note informative sul Museo Civico e della Ceramica Cerretese.
Il Museo Civico e della Ceramica Cerretese.è inserito in un più ampio sistema museale chiamato MART: Museo ARte Cerretese, e che comprende:
– MARCON- Museo ARte CONtemporanea, ospitato nelle ex carceri feudali;
-MARS- Museo ARte Sacra, ospitato nella Chiesa monumentale di S.Gennaro
-MAR – Museo Arte Rurale, ospitato presso il complesso monumentale della Madonna della Libera (in allestimento).
-MARCH – Museo Archeologico- (in proget to).
Inaugurato nel 1995, il Museo documenta la tradizione della ceramica artistica a Cerreto fiorita dopo il sisma del 1688. Come è noto, a partire dal 500, la sessuofobica cultura della Spagna dell’inquisizione, sempre più presente nella spagnoleggiante società partenopea, fece proporre uno stile compendiario, cioè con sobrie ed essenziali decorazioni tipiche della ceramica di Faenza. A partire dal 600, poi, la presenza di una numerosa colonia fiorentina, propose e diffuse motivi tipici della ceramica di Montelupo Fiorentino, dalla caratteristica impronta popolaresca. Nel fervido clima culturale-figurativo della Napoli barocca, si inserisce Cerreto, distrutta da un violentissimo terremoto nel 1688. La ricostruzione di Cerreto fu voluta da Marzio CARAFA, VII Duca di Maddaloni e X Conte di Cerreto, e pensata dall’’arch. G.B.Manni, L’abbondanza di lavoro richiamò a Cerreto artisti G.B.Manni napoletani che portarono l’esperienza di Capodimonte. L’incontro tra scuole diverse diede luogo ad una produzione ceramica che riproponeva modelli e tipologie partenopee, ma con un nuovo, dissonante ed esuberante cromatismo, dal gusto naturalistico, con svelte e nervose immagini animalistiche, dal sapore NAIF, che fanno ricordare il rapporto uomo-animale delle antiche civiltà venatorie.
Opened to the public in 1995, the Museum documents the ceramics art tradition flourished in Cerreto after the 1688 earthquake. Notoriously, from XVI century, the antisexual culture of Spain at the time of the Inquisition, more and more present in Spanish influenced Neapolitan society, suggested a “Compendiario” style, made of plain and essential decorations, typical of Faenza ceramics.Then, from XVII century, the presence of a large Florentine community proposed and spread out the typical patterns of Montelupo pottery, with a distinctive popular imprint. Cerreto, completely destroyed by a violent earthquake in 1688, inserts itself into the lively figurative cultural climate of the baroque Naples. The rebuilding of Cerreto was promoted by Marzio CARAFA, VII Duke of Maddaloni and X Count of Cerreto, and devised by the architect G.B.Manni. The abundance of job attracted in Cerreto many Neapolitan artists which carried the Capodimonte proficiency. The meeting of different schools gave rise to a pottery production which put forward Neapolitan patterns and typologies, but with a new dissonant and exuberant chromatism, characterized by a naturalistic taste, quick and nervous animalistic images and a naïve flavour, that remind the human-animal connection of ancient hunting cultures